Emma Goldman: lo Stato è reazionario per natura
Lo Stato, qualsiasi governo, in qualunque forma, carattere o colore – sia esso assoluto o costituzionale, monarchico o repubblicano, fascista, nazista o bolscevico – è per sua propria natura conservatore, statico, intollerante e opposto ai cambiamenti.
Il conservatorismo, intrinseco al governo, al potere di ogni tipo, non può non diventare inevitabilmente reazionario.
E questo per due ragioni:
- primo, perché è nella natura del governo non solo conservare il potere che ha, ma anche rafforzarlo, ampliarlo e perpetuarlo;
- l’altro fattore che spinge i governi a diventare sempre più conservatori e reazionari è la loro insita sfiducia nei confronti dell’individuo e la paura delle individualità. Perciò, come “autodifesa”, lo stato sopprime, perseguita, punisce e addirittura priva l’individuo della sua vita.
Le masse tirano avanti, in parte perché i loro sensi sono stati resi ottusi da un lavoro monotono che uccide la creatività, e anche perché devono guadagnarsi da vivere. Non vi è spazio, in questo ingranaggio, per la libera scelta di un pensiero e di una attività autonomi. C’è posto solo per marionette che votano e pagano le tasse.
Il baluardo più forte a difesa del potere è rappresentato dal conformismo. Divergere dalle credenze delle masse è il massimo dei crimini. Esso è presente dappertutto, nelle abitudini sociali, nei gusti, nel modo di abbigliarsi, nei pensieri e nelle opinioni. Il concentrato maggiore di ottusità è chiamato “opinione pubblica”.
Pochi hanno il coraggio di opporsi ad essa. Colui che rifiuta di sottomettersi è immediatamente etichettato come un tipo “strano”, un “diverso”, e bollato come un elemento di disturbo del confortevole ristagno che è la vita moderna.
Questo consenso consiste nel credere in un potere esterno e nella necessità della sua esistenza. Alla base sta la dottrina che l’essere umano è malevolo, immorale, e del tutto incompetente e ignorante riguardo a ciò che è bene per lui. Su queste convinzioni si fondano tutti i governi e tutte le oppressioni. Dio e lo Stato esistono e sono sostenuti perché si crede in questo dogma. Lo Stato non esiste più di quanto possano esistere gli dèi o i diavoli.
Il costituzionalismo e la democrazia sono le forme moderne del presunto consenso. Esso viene inoculato attraverso l’indottrinamento chiamato “educazione”, a casa, in chiesa, e in ogni fase della vita delle persone. Il parlamentarismo e la democrazia sono fenomeni in declino. Si cerca la salvezza nel Fascismo e in altre forme di governo “forte”.
La strada del progresso – invece – consiste nell’allontanarsi sempre più dal potere del capo tribù o del clan, del principe e del re, del governo, dello Stato.
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Fonti e Note:
[1] Emma Goldman (1869-1940), tratto da “Il posto dell’individuo nella società” (1940).
Mea culpa io non sono molto pratica di politica, però rimango ancora con l’idea che lo Stato siamo noi come mi hanno insegnato a scuola.
Continuo però a chiedermi perché chi arriva arriva al governo e quindi al potere sviluppa subito l’idea di arricchirsi di fare propri interessi e sfruttare la povera gente
Grazie del tuo commento, Maria.
Se leggiamo l’enciclopedia Wikipedia, alla voce “stato”, troviamo così scritto: “Non c’è una definizione di “Stato” unanimemente accettata e non controversa. La scienza giuridica spesso usa un concetto, in origine proposto dal giurista tedesco Georg Jellinek, incentrato su tre elementi costitutivi: un territorio dai confini determinati, un popolo stanziato su tale territorio, un’autorità suprema in grado di governare popolo e territorio”. Quindi, dal punto di vista giuridico, lo “stato” è solo una AUTORITA’ che GOVERNA un territorio e una popolazione. Il pensiero di Emma Goldman, attivista dell’inizio del 900, conferma il tuo pensiero: ci “hanno insegnato a scuola” ben altro. Un modo di inculcare l’obbedienza alla AUTORITA’.
Bellissimo articolo che obbliga a una seria e approfondita riflessione!!!
Penso sia vero che ” Alla base sta la dottrina che l’essere umano è malevolo, immorale, e del tutto incompetente e ignorante riguardo a ciò che è bene per lui”. Lo dimostra per primo il cosiddetto peccato originale, quando cioè l’uomo abusando della propria libertà ha disobbedito a Dio spegnendo nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore, commettendo un peccato liberissimo e gravissimo, il più libero e grave di tutti i peccati che coinvolse tutto il genere umano.
Credo che l’anarchia sia un’ estremizzazione della libertà, un’idea esagerata di libertà che non può mai reggersi da sola, un’utopia non suscettibile di realizzazione pratica.
È anche vero che l’essere umano è abituato a riconoscere e valutare le cosiddette crisi evolutive, ossia quei momenti della vita caratterizzati dalla rottura dell’equilibrio precedente acquisito e dalla necessità di trasformare gli schemi consueti di comportamento che si rivelano non più adeguati a far fronte alla situazione presente. Ma questo non significa che l’essere umano sarebbe in grado di evolvere se si trovasse privo di una guida.
Non crede?
Beh, la “guida”, spiega la Goldman, non è altro che un freno alle scoperte e alla creatività, quindi al progresso dell’individuo. Certamente per Anarchismo noi non intendiamo l’individualismo, anch’esso fortemente criticato da Emma Goldman ( L’individualismo, infatti, « ha trasformato la vita in una corsa degradante per conseguire dei premi sotto forma di beni materiali, prestigio sociale e dominio sugli altri. La sua massima formula di saggezza è: “che ognuno pensi a sé e tanto peggio per gli altri” », scrive ), bensì una “società” ( associazione di individui in muncicipalità, e di municipalità in associazioni più grandi ) dove le decisioni siano prese assieme ( democrazia diretta ) e dove lo Stato non imponga con la “forza fisica” la propria volontà ( vedi Max Weber ).