1 marzo: ha senso una “giornata contro le discriminazioni”?
Domani 1 marzo è la “giornata contro le discriminazioni”. « Probabilmente – afferma Sinistra Libertaria in un comunicato – la stampa di regime non ne parlerà, preoccupata di come Fedez e Ferragni soffriranno per la loro separazione o di riportare l’ultima esternazione social di Matteo Salvini ».
Eppure, continua il comunicato, « il tema “discriminazioni” è fondamentale in uno stato che all’articolo 3 della propria Costituzione sostiene voler raggiungere l’obiettivo di “ … rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …” ».
« La più grande delle discriminazioni è rappresentata dalla diseguaglianza economica. Dall’enorme forbice tra i più ricchi e i più poveri », sostiene il portavoce del movimento.
Portavoce che poi propone il pensiero di Carlo Rosselli: « La libertà politica e spirituale non è in grado, da sola, di realizzare l’esigenza liberale. La libertà non accompagnata e sorretta da un minimo di autonomia economica, dalla emancipazione dei morsi del bisogno essenziali, non esiste per l’individuo, è un mero fantasma ».
« I motivi strutturali delle diseguaglianze sono ben conosciuti: pensioni sociali esigue, retribuzioni basse, occupazioni precarie, disoccupazione. Ad essi si sono aggiunti l’abolizione del Reddito di Cittadinanza e l’inflazione che ha colpito i costi alimentari e le tariffe energetiche e quindi soprattutto i più poveri », continua il comunicato.
Sinistra Libertaria conclude questo momento di riflessione sulla “giornata contro le discriminazioni” domandandosi se sia possibile « promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, quale è l’obiettivo 10 dell’Agenda 2030 dell’ONU, in un’economia di mercato, in un sistema economico capitalista ».
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