Mill: il potere è tirannia e il popolo deve limitarlo
« Per libertà si intendeva la protezione dalla tirannia dei governanti, concepiti come necessariamente antagonisti al popolo da essi governato ».
Questo spiegava John Stuart Mill già nel 1859 [1]; questo è, e deve essere, il punto chiave di un dibattito sulla libertà e sulla democrazia: la limitazione dei poteri del governo.
Limitazione che era stata prevista dalla Costituzione con la divisione dei poteri tra:
- gli organi esecutivi (governo),
- legislativi (il parlamento),
- e giudiziari (la magistratura).
Limitazione che, invece, è stata da anni costantemente offesa da DPCM, eccesso di decretazione d’urgenza, questioni di “fiducia”.
E che oggi vuole formalizzarsi con l’introduzione del presidenzialismo nella nostra Repubblica.
Ma tutto questo ha un colpevole.
Stuart Mill: lo scopo dei cittadini? Difendere la Libertà!
« Lo scopo dei cittadini – infatti, per Sturt Mill – era di porre dei limiti al potere sulla comunità concesso al governante: e questa delimitazione era ciò che essi intendevano per libertà ».
Ma i cittadini hanno abdicato a questo loro compito. Per distrazione, disinteresse, ignoranza.
La Libertà, ricorda sempre John Stuart Mill nel suo “Saggio sulla libertà”, « si cercava di conseguirla .. ottenendo il riconoscimento di certe immunità, chiamate libertà o diritti politici, la cui violazione da parte del governante sarebbe stata considerata infrazione ai doveri del suo ufficio, e avrebbe giustificato l’opposizione specifica o la ribellione generale ».
L’autore ritorna anche su un passaggio sottolineato da tutti i suoi contemporanei e che oggi invece non si riconosce: « il pensiero politico ormai comprende generalmente “la tirannia della maggioranza” tra i mali da cui la società deve guardarsi »!
Ma, spiega Stuart Mill, « è necessario anche proteggersi dalla tirannia dell’opinione e del sentimento predominanti, dalla tendenza della società a imporre come norme di condotta e con mezzi diversi dalle pene legali, le proprie idee e usanze a chi dissente, a ostacolare lo sviluppo – e a prevenire, se possibile, la formazione – di qualsiasi individualità discordante, e a costringere tutti i caratteri a conformarsi al suo modello ».
In definitiva, per un libertario come Stuart Mill, comunque esso si palesi, « il potere stesso è illegittimo: il migliore governo non vi ha più diritto del peggiore ».
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Fonti e Note:
[1] Da “Saggio sulla libertà” (1859) di John Stuart Mill.
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