Lezione del prof. Cavadi su liberismo e comunismo
Un’ora fitta di interventi da parte dei cittadini presenti ha fatto seguito, presso la Chiesa Valdese di Trapani, alla relazione del prof. Augusto Cavadi sulle caratteristiche e differenze delle ideologie liberalista e comunista.
Relazione condotta sulla base del testo del suo saggio sulle ideologie politiche; saggio che ha dato il titolo al ciclo d’incontri voluto a Trapani da Sinistra Libertaria: “la bellezza della politica”, che vuole riscoprire i tratti del pensiero delle varie ideologie.
Nel secondo incontro appena svolto si è entrato nel vivo dello “scontro” tra le diverse filosofie di vita: liberalismo e comunismo, per l’appunto.
Gianluca B. ha rilevato come, a suo dire, « le ideologie del liberismo e comunismo sembrano incentrate molto sull’economia [1] e poco sui Valori [2] ». Ancora, ha precisato, « il liberismo rappresenta una macelleria sociale, d’altro canto il comunismo – con la sua uguaglianza – fiacca le anime, non incentiva a migliorarsi ».
Franco C., in proposito, ha aggiunto: « il liberismo rappresenta solo un Valore, quello del Profitto ».
Poi, tornando più on generale sul tema del primo incontro (“le ideologie esistono ancora? È un bene se sono più deboli?”) però ha preso le distanze da entrambe: « non dobbiamo fare il tifo per un’ideologia specifica; le loro tesi servono per ragionare », ha detto. Per poi concludere: « d’altro canto tali tesi vanno storicizzate e contestualizzate ».
Antonino C., sullo stesso tema ha riscontrato « un cortocircuito delle idee »: « gli ideali vorrebbero liberare l’uomo dal male; ma la libertà è anche la libertà di commettere il male ».
Entrando nel merito dell’incontro quindi, Antonino C., ha esposto il proprio pensiero sui pro e contro del Comunismo: c’è « del buono ovunque, anche nell’URSS se consideriamo da dove partiva e dove è stata portata, si è realizzato un miracolo: dal medioevo all’uomo nello spazio, in un arco ristretto di tempo ». Tuttavia, nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche « veniva soppressa chi la libertà di pensarla diversamente ».
Secondo Giuseppe Mar., « entrambe le ideologie – liberalismo e comunismo – presentano degli elementi positivi nella loro forma utopistica, ma hanno combinato disastri nella realizzazione pratica ».
Al contrario, Miranda P. ha espresso le proprie negative idee sul liberalismo: « il libero mercato spesso è formale con, ad esempio, la costituzione dei Cartelli tra aziende che concordano tra loro i prezzi ». « L’esistenza di una Elitè ristretta, poi, rende impossibile una vera libertà, essa rappresenta una grande limite », ha aggiunto.
Soffermandosi quindi sul proprio campo lavorativo, Miranda P. ha proseguito: « nella scuola il liberismo è troppo pragmatico e non forma l’Uomo, per tale ideologia la filosofia rappresenta un’arte inutile. Invece essa forma la personalità » [3].
Ma anche il Comunismo presenta per Miranda P. i propri lati negativi: « il tutti uguali del Comunismo, d’altro canto, rappresenta un limite grandissimo. Ognuno ha il desiderio indiscutibile di possedere di più [4]. E’ la Natura umana, un limite dell’IO ».
A tale proposito è intervenuto Giuseppe Mar. sostenendo che « l’uomo è una animale, con le proprie pulsioni. La Natura lo guida a realizzare i propri bisogni, anche a discapito degli altri, anche prevaricando sui bisogni degli altri uomini ». « L’Uomo è ingordo », ha confermato Giuseppe Mant.
Mentre Gianfranco Lo., condividendo un proprio contributo al dibattito, ha confermato l’evidente frequente « mancanza di coerenza tra ideale ed azione ».
Barbara V., pur evidenziando come « a Cuba ci sono i migliori medici, al di la del guadagno » si è quindi domandata se « il comunismo è raggiungibile o se sia un’utopia ». Ma non ha atteso la risposta degli altri: « siamo ad un punto di non ritorno », ha affermato scetticamente.
« La società ideale, ideale, non raggiungibile se non – e in parte – in alcune Comunità Evangeliche che mettono i beni in comune », ha sostenuto di nuovo Miranda P.
« L’utopia è un modello, una tendenza, serve a camminare », ha infine concluso il prof. Cavadi non prima di precisare che il Comunismo, in effetti, non è mai stato raggiunto e quelli definiti “comunismo” non rappresentavano altro che la prima fase di transizione del pensiero marxista, ovvero “il socialismo reale”.
Nel prossimo incontro – ha avvisato infine il docente di filosofia – si esamineranno le dottrine cattolico-sociale e socialdemocratiche.
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Note tratte dal saggio del prof. Cavadi:
[1] Il liberalismo nel campo economico preferisce un « mercato fondato sulla libera concorrenza », mentre il comunismo, nella prima fase “socialista”, una « proprietà statale con la pianificazione centrale » mentre nella seconda fase, quella vero e proprio “comunista”, considera « l’abolizione della proprietà ».
[2] I Valori in realtà ci sono.
Se intesi quali Valori laici, sono, spiega il prof. Cavadi ne “la bellezza della politica”:
- « l’individuo » per la società liberale,
- l’uomo « essere sociale » per la società comunista. « L’invincibilità degli sfruttati, se uniti » è infatti il tipico slogan marxista.
Se s’intendono, invece, i Valori religiosi, il liberale sostiene la « neutralità rispetto alle pratiche religiose dei privati » ( non le ostacola, non le discrimina, non le sostiene ); il comunista immagina « il dissolvimento della religione in conseguenza dell’emancipazione economica ».
[3] In effetti, secondo il pensiero comunista, l’educazione deve essere « mirata alla formazione dell’uomo “onnivalente” ».
[4] La società liberale, in effetti, è « competitiva, meritocratica » e quindi ammette « la possibilità di diseguaglianza » rileva sempre il prof. cavadi nel proprio saggio.
Liberismo = sfruttamento dell’uomo sull’uomo senza possibilità di riscatto per il più debole COMUNISMO=riscatto socio economico delle classi subalterne verso i padroni e la casta borghese affamatrice delle stesse!
il problema è che quella è la concezione teorica…