Johann Most: Guerra a oltranza alla nera accozzaglia
« Chiunque predica la religione, non importa sotto qual forma, non può essere che uno stupido o un birbante. Quanto è logico che il proletario combatta principalmente il capitalismo mirando intanto così alla distruzione del suo meccanismo forzato, lo Stato, tanto è naturale che la Chiesa riceva la sua parte in questa lotta, che la religione sia distrutta sistematicamente nel popolo, se si vuole che questo popolo ritorni alla ragione, senza la quale non potrà conquistare la sua libertà » [1].
L’affermazione di Johann Most [2] è perfettamente allineata al pensiero anarchico, di cui lui è un importante rappresentante, di non riconoscere alcuna autorità. « Nostro scopo è la liberazione dell’umanità da ogni schiavitù, dal giogo del servilismo sociale e dai ferri della tirannide politica, nonché dalle tenebre religiose », ci ricorda infatti l’autore.
L’opera principale di Johann Most: “La peste religiosa”
Most nel 1880 pubblica un opuscolo, “La peste religiosa”, nel quale fa rilevare il ridicolo della religione basandosi sulla lettura delle sacre scritture; in particolare, dal “vecchio testamento”, cita la Genesi.
Most quindi evidenzia come è « la storia naturale [che] ci fa considerar Dio nella sua fabbricazione d’uomini come un ciarlone ridicolo ».
Per tutte, basta leggere questa sua considerazione: « abbiano le sue storie un’impronta scientifica o no, egli ordina che ci si creda, altrimenti vi manderà a prendere dal diavolo (suo concorrente), la qual cosa dev’essere davvero spiacevole: […] un uomo senza corpo, cioè un’anima, sarà bruciato; la carne, che più non ha, arrostirà. Che razza di storia‼! ».
E’ conseguenza di ciò, della mancanza assoluta di ragionevolezza della bibbia, che, secondo Johann Most, « fra tutte le malattie mentali che l’uomo si è posto sistematicamente nel cervello, la peste religiosa è certamente la più orribile ».
Johann Most: sono i ricchi e potenti a propagandare la religione
L’anarchico Most non ha dubbi sul perché, tutt’oggi, questa storia di dio sia propagandata: « sono i ricchi e i potenti che mantengono “la religione” ».
Il motivo è chiaro e noto: « Più l’uomo ci tiene alla religione e più vi crede; più vi crede, meno sa; meno sa, più bestia è; più esso è bestia e più facilmente si lascia governare ».
« Questa logica – sottolinea Most – fu conosciuta dai tiranni d’ogni tempo, ed è perciò che essi s’allearono sempre coi preti: i ricchi e i potenti non ignorano che l’uomo non si lascia governare e sfruttare che quando i corvi [i preti, NdR] siano riusciti a convincere le masse che questa terra è una valle di lacrime, a infiltrar loro questa sentenza: rispettate l’autorità, e ad allettarli colla promessa d’una vita più felice nell’altro mondo ».
Johann Most: strappiamo dal cervello le idee religiose, e abbasso i preti!
L’astio, sicuramente giustificato dalla storia, di Most contro la religione appare in tutta la sua evidenza in questo passaggio: « durante secoli e secoli, questi atrofizzatori di cervelli [sempre i preti, NdR] hanno governato le masse col terrore, poiché senza ciò da gran tempo la pazzia religiosa sarebbe finita. La cella e le catene, il veleno e il pugnale, il patibolo e la spada, gli agguati e l’assassinio, in nome del loro Dio e della giustizia, furono i mezzi impiegati pel mantenimento di questa pazzia che sarà una macchia nella storia dell’umanità. Migliaia d’individui vennero arsi a lento fuoco sul rogo “in nome di Dio” per aver osato mettere in dubbio il contenuto della Bibbia. Milioni d’uomini furono costretti, durante lunghe guerre, a scannarsi a vicenda, a devastare paesi interi lasciandoli in seguito alle prese colla peste, dopo averli saccheggiati e incendiati onde mantener la religione. I più raffinati supplizi furono inventati dai preti e dai loro accoliti, quando si trattava di ricondurre alla religione coloro che avevano perduto il timor di Dio ».
Logica conseguenza di questi accadimenti, è la domanda che si pone quindi Johann Most: « Viene chiamato delinquente un individuo che storpi i piedi o le gambe al proprio simile. Come si potrà chiamare colui che atrofizza il cervello d’un altro? ».
Il libretto di Most si conclude con invito: « strappiamo dal cervello le idee religiose, e abbasso i preti! Ovunque guerra, guerra a oltranza a questa nera accozzaglia ».
L’anarchico, in questa “guerra” contro “la peste religiosa”, non accetta dubbiosi o tentennanti: « chiunque, emancipato dalla “fede”, omette di combattere la pretaglia dove e quando può, è un traditore del proprio partito ». Most condanna, altresì, « la politica opportunista [che], in tal caso, non soltanto è un male, ma un delitto. Se gli operai permettono a qualche prete d’immischiarsi nei loro affari, non soltanto verranno ingannati, ma anche traditi e venduti ».
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Fonti e Note:
Credits: Foto di Sebbi Strauch su Unsplash
[1] La Peste religiosa di Johann Most (1880) [scarica PDF].
[2] Johann Most ( 1846 – 1906 ), nato in Germania, fu inizialmente socialdemocratico, distinguendosi per il suo attivismo sindacale e diventando uno dei leaders della protesta sociale, tanto nel suo paese quanto in Svizzera e Austria. Convinto dalla sua stessa esperienza della futilità dell’azione parlamentare, Most diviene poi anarchico. Emigrato negli Stati Uniti, divenne una figura di riferimento dell’anarchismo statunitense. Fu altresì un ateo militante, con lo zelo di un fanatico religioso. Conosceva, infatti, la Sacra scrittura più di molti sacerdoti.
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