Per Berneri il comunismo è utopico, serve l’anarchia
Il duro dibattito tra comunisti e anarchici si è sempre concentrato principalmente su un punto di divisione, spiega Camillo Berneri in “Abolizione ed estinzione dello stato”:
- « mentre noi anarchici vogliamo l’abolizione dello Stato, mediante la rivoluzione sociale ed il costituirsi di un ordine novo autonomista-federale,
- i leninisti vogliono la distruzione dello Stato borghese, ma vogliono altresì la conquista dello Stato da parte del “proletariato” » [1].
« Lo “Stato proletario”, ci dicono, – scrive Berneri – è un semi-stato poiché lo Stato integrale è quello borghese, distrutto dalla rivoluzione sociale. Tra l’oggi-Stato e il domani-Anarchia vi sarebbe il semi-Stato. Lo Stato è, nel pensiero politico marxista-leninista, lo strumento politico transitorio della socializzazione ».
Camillo Berneri non condivide, d’altronde è un anarchico non un comunista, il percorso leninista: « Il proletariato che si impadronisce dello Stato, … è una fantasia metafisica » [astratta e ottusa, NdR].
Camillo Berneri: quella dell’URSS è un’oligarchia dittatoriale
Berneri spiega il perché della sua bocciatura: « Non è il proletariato russo che si è impadronito della potenza dello Stato bensì il partito bolscevico, che […] ha invece creato un capitalismo di stato, una nuova classe borghese ».
La prova della tesi del Berneri è semplice: « il programma leninista del 1917 comprendeva questi punti:
- soppressione della polizia, dell’armata permanente,
- abolizione della burocrazia professionale,
- elezioni a tutte le funzioni e cariche pubbliche,
- revocabilità di tutti i funzionari,
- eguaglianza degli stipendi burocratici con i salari operai,
- massimo della democrazia,
- concorrenza pacifica dei partiti all’interno dei Soviet,
- abrogazione della pena di morte ».
« Non uno solo di questi punti programmatici è stato realizzato » rivela Camillo Berneri.
Che poi conclude così: « abbiamo nell’URSS un governo, un’oligarchia dittatoriale. Chi dice “Stato proletario” dice “capitalismo di Stato”; chi dice “dittatura del proletariato” dice “dittatura del Partito Comunista”; che dice “governo forte” dice “oligarchia zarista” di politicanti » [2].
Quella di Berneri è una bocciatura netta per tutte le tendenze comuniste: « Leninisti, trotskisti, bordighisti, centristi non sono divisi che da diverse concezioni tattiche. Tutti i bolscevichi, a qualunque corrente o frazione essi appartengano, sono dei fautori della dittatura politica e del socialismo di Stato ».
Fonti e Note:
Camillo Berneri (Lodi, 20 maggio 1897 – Barcellona, 5 maggio 1937) è stato un filosofo, scrittore e anarchico italiano, ucciso nel maggio 1937 insieme a Francesco Barbieri poco dopo il loro arresto da parte dei comunisti stalinisti del PSUC durante la battaglia intestina al fronte antifascista spagnolo delle giornate di maggio, avvenuta a Barcellona tra comunisti e anarchici durante la guerra civile spagnola.
[1] Panarchia, Camillo Berneri, “Abolizione ed estinzione dello stato” (1936).
[2] Qualche esempio?
« La rivoluzione bolscevica ha generato un governo saturnico,
- che deporta Rjazanov, fondatore dell’istituto Marx-Engels, mentre sta curando l’edizione integrale e originale del “Capitale”,
- che condanna a morte Zinoviev, presidente dell’Internazionale Comunista, Kamenev e molti altri tra i maggiori esponenti del leninismo,
- che esclude dal partito, poi esilia, poi espelle dall’URSS un “duce” come il Trotski,
che, insomma, inveisce contro l’ottanta per cento dei principali fautori del leninismo » (Berneri, opera cit.).
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