Liebknecht: Il militarismo? Strumento dominio borghesia

Karl Liebknecht, figura centrale del socialismo rivoluzionario tedesco, denunciò il militarismo come il più potente strumento di oppressione delle classi dominanti. La sua analisi è chiara: il militarismo non è un fenomeno neutrale, ma un pilastro del capitalismo e un’arma contro il proletariato.
“Il militarismo è uno dei più importanti e potenti segni vitali della maggior parte degli ordini sociali, perché è l’espressione più forte, concentrata ed esclusiva dell’istinto di autoconservazione nazionale, culturale e di classe, l’istinto più elementare di tutti.”
Liebknecht dimostra come, fin dalle società più antiche, gli eserciti siano stati strumenti di dominio:
- Nel feudalesimo, i signori feudali usavano la forza militare per schiacciare i contadini.
- Con il capitalismo, gli eserciti servono a proteggere gli interessi della borghesia, sia all’interno dello Stato (contro scioperi e rivolte operaie) sia all’esterno (guerre imperialiste per conquistare mercati e risorse).
“Le classi dominanti hanno sempre utilizzato il militarismo come strumento per mantenere il loro potere e sopprimere le aspirazioni delle classi oppresse.”
Il militarismo come arma della borghesia
Il militarismo capitalistico ha una doppia funzione:
- Verso l’interno: L’esercito e la polizia reprimono il proletariato. Scioperi e proteste vengono soffocati con la violenza.
- Verso l’esterno: Le guerre servono a conquistare territori e materie prime per l’accumulazione di ricchezza della borghesia.
Ma il militarismo non si impone solo con la forza: viene inculcato fin dall’infanzia attraverso la propaganda.
“La storia del militarismo è intrecciata con la storia delle società di classe, dove l’esercito è stato spesso utilizzato per reprimere le rivolte popolari.”
“Il militarismo moderno cerca di armare il popolo contro se stesso, costringendo i lavoratori a diventare oppressori e nemici dei propri compagni di classe.”
La scuola, i media e la politica insegnano ai giovani a considerare la guerra come necessaria e il servizio militare come un dovere patriottico. In realtà, è un inganno: i soldati, che sono figli del proletariato, vengono usati per difendere gli interessi di chi li sfrutta.
L’antimilitarismo proletario
Liebknecht smaschera l’ipocrisia dell’antimilitarismo borghese, che si limita a condannare gli eccessi della guerra senza metterne in discussione le cause profonde.
“L’antimilitarismo borghese spesso manca di una comprensione profonda delle radici economiche del militarismo, limitandosi a critiche superficiali.”
Il vero antimilitarismo non può essere separato dalla lotta contro il capitalismo. Il disarmo non avverrà mai sotto un sistema basato sulla competizione e sul profitto. Solo l’organizzazione del proletariato può abbattere il militarismo, rifiutando di combattere guerre per i capitalisti e unendo i lavoratori di tutto il mondo.
“L’antimilitarismo proletario utilizza l’agitazione, l’organizzazione e l’educazione come strumenti per contrastare l’influenza del militarismo sulle masse lavoratrici.”
Solo il socialismo può portare la pace
Liebknecht e i socialisti rivoluzionari sapevano che il militarismo non può essere sconfitto senza distruggere il capitalismo.
“La risoluzione Vaillant-Liebknecht considera il militarismo una conseguenza necessaria del capitalismo e la pace tra i popoli raggiungibile solo attraverso l’instaurazione di un sistema socialista internazionale.”
Finché esisteranno classi dominanti, esisteranno guerre. Solo con il socialismo, in cui l’economia è basata sulla cooperazione e non sul profitto, sarà possibile eliminare il militarismo e garantire la pace. La rivoluzione proletaria non è solo necessaria, è l’unica strada per liberare l’umanità dalla guerra e dall’oppressione.
Il proletariato non ha nulla da perdere se non le proprie catene. È tempo di spezzarle!
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Fonti e Note:
[1] Marxists, Karl Liebknecht, “Militarismo e Anti-militarismo” (1907).
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