Al voto! Gramsci: odio gli indifferenti!
Votare o no alle prossime elezioni? Coll’avvicinarsi alla data dei “comizi” elettorali, la domanda diventa sempre più pressante.
La delusione per non trovare sulla scheda il simbolo del proprio partito ideale, oppure i nomi dei candidati preferiti, il non ascoltare le proposte politiche che ci convincono di più, non può eludere un’esame della domanda da parte della ragione.
- Votare è riconoscere lo stato, il suo sistema di funzionamento capitalista, il suo sistema elettorale, una democrazia che di fatto non c’è.
- Non votare è, però, accettare il risultato finale del voto. Consegnare ai Social – quando non censurano – i propri lamenti e le proprie proposte, consegnarsi alla fatalità.
In aiuto alla nostra riflessione può giungere allora Antonio Gramsci [1].
Gramsci: occorre essere cittadino e parteggiare
« Odio gli indifferenti – scrive nel 1917 Gramsci -. Credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. […] Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti ».
« L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica », prosegue Antonio Gramsci.
Gramsci: a che serve agli assenti bestemmiare poi ?
« Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti ».
« Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? ».
Gramsci chiude la sua riflessione con la famosa frase: « Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti ».
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Fonti e Note:
[1] Marxists.org, “La città futura”, Antonio Gramsci (1917); “Gli indifferenti”.
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