Camillo Berneri: Anarchia e tolleranza religiosa
L’anticlericalismo illiberale di molti anarchici o pseudo-anarchici non è altro che puro e semplice fascismo. Questa la sintesi del messaggio che lanciava l’anarchico Camillo Berneri nel testo “Anarchismo e anticlericalismo”.
L’anarchico osserva come, in Russia, « le chiese siano colme di fedeli dopo diciotto anni di intensa propaganda ateistica » [1] . Dall’osservazione di questo fenomeno, Berneri espone la propria riflessione.
« Pur non praticando alcun culto e non professando alcuna religione sarò […] a fianco dei cattolici, dei protestanti, degli ebrei, dei greco-ortodossi ogni qualvolta costoro rivendicheranno la libertà religiosa per tutti i culti », scrive.
Poi aggiunge, Berneri: « ogni intellettuale dovrebbe prendere come divisa le parole di Voltaire: “Signor Abate, sono convinto che il vostro libro è pieno di bestialità, ma darei l’ultima goccia del mio sangue per assicurarvi il diritto di pubblicare le vostre bestialità” ».
« Ogni anarchico non può respingere questo principio senza cessare di essere anarchico. Oltre che fascista, l’anticlericalismo illiberale è poco intelligente », commenta ancora.
Berneri qui precisa: « se il ravvicinamento tra lo zarismo bolscevico e il Vaticano mi ripugna come tutti i compromessi governativi, la politica di tolleranza nei riguardi del culto greco-ortodosso e degli altri culti mi pare indice di un salutare ravvedimento ».
Camillo Berneri: l’Autorità del clero è una cosa, il culto un’altra
« La gerarchia ed i privilegi della chiesa sono una cosa – spiega l’anarchico Camillo Berneri – mentre il sentimento religioso ed il culto sono un’altra cosa. Il diritto al battesimo non può essere messo sullo stesso piano delle guarentigie pontificie. II convento di francescani non può essere considerato alla stessa stregua della banca cattolica ».
D’altro canto, conclude Berneri, « gli anarchici devono aver fede nella libertà ».
Vale a dire, « quando l’istruzione sarà aperta a tutti, quando la miseria del proletariato sarà scomparsa, […] », il clero andrà in crisi. « Quando in ogni villaggio il circolo di cultura, il circolo ricreativo, l’associazione sportiva, la filodrammatica, il cinematografo, la radio, ecc. distrarranno la gioventù dalla Chiesa e dai ricreatori cattolici […] che cosa sarà il “pericolo clericale”? Monumenti di una potenza abbattuta, le chiese, come l’arco imperiale e come il feudale castello, rimarranno, ammutolite le loro campane ».
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Fonti e Note:
[1] Panarchia, Camillo Berneri, “Anarchismo e anticlericalismo” (1936).
Finche i lavoratori non si liberanno dalle religioni difficilmente si liberanno dal capitalismo,
E’ vero il contrario. Finché non si libereranno dal capitalismo, cioè da un’alienazione sociale, non potranno liberarsi dall’alienazione religiosa.
La politica e la spiritualità son aspetti diversi dell’impegno umano.
Alle volte si intersecano, ed è sempre…delicata, la cosa.
Un comunista dovrebbe tollerare le religioni. Casomai, se è anche materialista, può criticarle, pur dovendo ammettere che accanto agli elementi socialmente negativi di ogni religione ci sono, magari in una dose minore, elementi positivi. Altra cosa è la tolleranza delle chiese. Esse dovrebbero essere tollerate solo nella misura in cui non si ingeriscano, promuovendo pratiche reazionarie dei singoli, della società civile e della politica. E dovrebbero essere combattute nella misura in cui ostacolino il percorso di riscatto delle classi lavoratrici
VOGLIAMO LA SEPARAZIONE COMPLETA DELLA CHIESA DALLO STATO (LENIN)
“La religione dev’essere dichiarata un affare privato: con queste parole si definisce per solito l’atteggiamento dei socialisti verso la religione. Ma bisogna chiarire esattamente il significato di queste parole per evitare ogni malinteso. Noi esigiamo che la religione sia un affare privato nei confronti dello Stato […]. Lo Stato non deve avere a che fare con la religione, le associazioni religiose non devono essere legate al potere statale. Ognuno dev’essere assolutamente libero di professare qualsivoglia religione o di non riconoscerne alcuna, cioè di essere ateo, come è, in genere, ogni socialista.
Non si può tollerare una sola differenza nei diritti dei cittadini che sia motivata da credenze religiose. Qualsiasi menzione della confessione religiosa dei cittadini negli atti ufficiali dev’essere assolutamente soppressa. Nessuna sovvenzione statale dev’essere elargita alla Chiesa nazionale e alle associazioni confessionali e religiose, che devono diventare associazioni di cittadini-correligionari, completamente libere e indipendenti dal potere statale. […] Separazione completa della Chiesa dallo Stato: ecco la rivendicazione del proletariato socialista nei confronti dello Stato e della Chiesa moderni.”
(Vladimir Lenin, Novaia Gizn, n. 28, 3 dicembre 1905)
Libera chiesa in libero stato.
Personalmente non credo che un anarchico e un comunista smettano di esserlo se ammettono l’esistenza della fede religiosa. D’altra parte è vero anche il contrario: un credente non è detto smetta di esserlo se diventa anarchico e comunista. Le incompatibilità ideologiche sorte in contesti e periodi storici ben precisi, non sempre si sono proiettate tali e quali nel presente. Del resto le ideologie devono porsi in maniera dialettica col presente, altrimenti rimangono confinate, anacronisticamente al passato precludendosi perciò il futuro.
Michele Straniero qualche anno fa scrisse un libro dal titolo “I comunisti, la religione dell’aldiqua”. Per dire che ogni cosa in noi parla spiritualmente oltre che razionalmente.
Perciò condivido molte delle affermazioni contenute nell’articolo che proponi. Molte, ma non tutte. Ad esempio questa: l’Autorità del clero è una cosa, il culto un’altra. È una considerazione generica che parte tuttavia dalla sottovalutazione di cosa sia il clero in alcune religioni e non in altre. Nelle Chiese protestanti (storiche) il “clero” non è detentore di dogmi e verità assolute, di pratiche esclusive e trascendenti. Sono semplicemente persone formate teologicamente (per evitare di fare dire alla bibbia quel che si vuole, quando si vuole e in qualsiasi contesto si voglia) per la cura e ascolto della fede delle persone. Punto.
In altre religioni, invece, i preti svolgono funzioni di culto determinate dalla loro autorità e dalle loro autorità. Detengono, nella confessione ad es., il “potere” di assolvere o meno dai peccati, etc… Insomma la questione è complessa. Del resto proprio in Italia storicamente gli altari hanno provato una ingerenza nella vita pubblica e politica.
No. Io con i cattocomunisti evito l’argomento
La chiesa come istituzione di potere proprio no!
Sarebbe un controsenso, dio è un padrone
Io sono comunista e pago persino l’8/1000. Così vado nel paradiso dei comunisti… Cuba. A spese della curia ovviamente
Finché pagano le tasse .