Cavadi: le ideologie ci salvano dall’omologazione
Oggi ci troviamo difronte « il paradosso di partiti e partitini che hanno costruito la loro fortuna (non solo politica!) grazie alla feroce polemica antipartitica ».
Una facile constatazione, piuttosto che una denuncia, quella del prof. Augusto Cavadi, docente di filosofia palermitano che, sul tema, ci ha scritto su un libro [1] e svolge dei “laboratori di cultura” politica contemporanea”.
La “crisi” delle ideologie: i motivi
Se « adulti e giovani sono sempre più distanti dalla politica » – sostiene Cavadi – dobbiamo “ringraziare” costoro ma anche gli altri « protagonisti della politica rappresentata ( senza sostanziali differenze tra “destra” e “sinistra” ) … [che non mettono] in discussione il presupposto vizioso che vi debba essere una distanza strutturale e permanente tra attori e spettatori ».
Le ideologie sono allora in crisi? Per il docente di filosofia la risposta è Nì.
Se « non si può negare un diffuso rifiuto della ricerca intellettuale, dal confronto tra proposte culturali differenti », infatti – spiega – tutti noi in realtà possediamo « una determinata visione ideologica [cioè idee-guida nella nostra vita, NdR]. Sarà un’ideologia inconsapevole piuttosto che consapevole; un po’ frammentaria piuttosto che organica; acritica piuttosto che adottata dopo paziente ponderazione: ma, comunque, un’ideologia ».
Ci sta pure che – prosegue Augusto Cavadi – « soprattutto in ambito politico, i partiti preferiscono appellarsi alle emozioni, ai sentimenti, agli interessi economici piuttosto che al loro senso critico. Così facendo si adeguano ad un calo di domanda intellettuale da parte della società e l’aggravano ».
Perché le ideologie restano sempre necessarie
« Sarebbe disastroso se nel XXI secolo ci si limitasse a riprodurre, con qualche modifica di dettaglio, le dottrine politiche fondamentali che si sono confrontate nel Novecento. Oltre le ideologie, dunque: ma attraverso esse (…) [che] con i loro errori, ci hanno indicato indirettamente la direzione di ricerca », prosegue il prof. Cavadi nel frattempo annunciando il nuovo “laboratorio” – segnale che l’interesse verso la Politica permane – che partirà il prossimo primo marzo, promosso ed organizzato da Sinistra Libertaria.
« Non si può negare che una certa de-ideologizzazione del confronto politico presenti aspetti positivi e condivisibili – sostiene il docente di filosofia -. Di per sé le idee dovrebbero essere un “ponte” tra l’io e la realtà, ma spesso si riducono ad un filtro che separa più di quanto colleghi. [Ha finito] col creare personalità e istituzioni chiuse, rigide, indisponibili al confronto » [2].
Tuttavia, conclude il prof. Augusto Cavadi, « l’unica alternativa possibile all’ideologia è la clava »!
« Possiamo e dobbiamo “elasticizzare” le nostre idee-guida in campo etico-politico, (…) possiamo e dobbiamo essere pronti a rivederle, a correggerle, ad integrarle, (…) ma se rinunziamo al confronto – e allo scontro – ideologico, non ci resta che accettare il deserto dell’omologazione mondiale forzata e repressiva ( in cui uno, o pochi, pensano per tutti ) ».
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Fonti e Note:
Credits: Foto di Luther.M.E. Bottrill su Unsplash
[1] “La bellezza della politica”, Augusto Cavadi – Elisabetta Poma, editore Di Girolamo (2011).
[2] Cavadi nella sua opera cit. ricorda in proposito l’affermazione di Salvemini: « chi è convinto di possedere il segreto infallibile per rendere felici gli uomini, è sempre pronto ad ammazzarli ».
Le ideologie sono un fattore positivo della vita .
Alla fine è naturale che ognuno abbia ideali e valori suoi.
Quando la destra parla di “no ideologici” io rispongo “certo che sono ideologici e ne siamo fieri” . Non trovo che il termine ideologico possa avere un significato negativo.
L’ideologia è l’insieme delle cose che per me hanno importanza.
Non accetto ideologie preconfezionate in modo acritico ma non posso nemmeno fare finta che il mio sistema risponda perfettamente a un’ideologia di Sinistra. Che però non deve essere appunto chiusa. Dobbiamo renderci conto che anche le ideologie politiche possono essere adattate ai tempi. E questo è senza dubbio il nostro caso.
Del resto non possiamo negare che anche oggi è un corso la contrapposizione fra le ideologie del novecento che del resto c’erano nell’ 800.
Quella che oggi definiremo “liberista” basata sullo sfruttamento del capitale e dell’ uomo sull’uomo con la sua alleata fascista, e le ideologie che si potrebbe definire “di sinistra “appunto. Alla fine non mi paiono di certo superate
Sono state, sono e saranno le idee, quelle forti e capaci di attraversare la Storia (anche quella finita) a guidare le azioni umane e saranno le idee a portare l’essere umano fuori dall’era della clava grazie al socialismo (e magari grazie ad una rivoluzione comunista in cui poco credo e tanto spero)