Confederazione delle Sinistre, ma come?
“Confederazione delle Sinistre, ma come?“, è stato ieri l’argomento di un dibattito online, partito dall’analisi del voto delle scorse elezioni politiche. L’incontro è stato promosso dall’associazione CSI – Confederazione delle Sinistre che da un paio d’anni lavora proprio per una forma di unità o almeno collaborazione delle sinistre.
L’incontro ha deluso per la ridotta partecipazione, occorre dirlo. Degli oltre 5.000 iscritti al gruppo Facebook della CSI, poco più di una ventina erano collegati tramite la piattaforma Zoom e sono intervenuti esprimendo le proprie considerazioni.
« Il sistema online non crea adesioni – ha commentato Eduardo – che ha invitato, piuttosto, a costruire una opposizione sul territorio ».
L’analisi del voto: l’astensionismo è degli elettori di sinistra?
Diversi interventi hanno rilevato il vasto fenomeno dell’astensionismo evidenziatosi nell’ultima tornata elettorale. Sono mancati però dati statistici per analizzarne la composizione che quindi è stata attribuita, di volta in volta negli interventi, alla sinistra delusa, ai novax, ai giovani disinteressati dalla politica.
« La disaffezione aumenta sempre più », ha sottolineato comunque sia Eduardo.
E’, tuttavia, a quest’area, a questo 35% di astensionisti, disinteressati / delusi, cui deve rivolgersi la sinistra per una propria rinascita.
« C’è un vuoto enorme da riempire », ha evidenziato Adriana.
Ciò chiaramente non senza evidenti difficoltà: « alla gente non interessa attivarsi politicamente » ha sostenuto Leonardo.
Perché è proprio una rinascita quel che serve dato che il risultato elettorale ( 1,4% di Unione Popolare e pochissimi decimi o centesimi al PCI e al PCL ) ne mostra chiaramente l’inesistenza quale partito di “massa“.
Sicuramente – ha evidenziato Ennio – « la miriade di sigle presenti non da credibilità ».
« Sono scollati dalla realtà », ha commentato più netto Carlo che ha invitato CSI a « non essere forza di intermediazione ma elemento costituente di un percorso unitario ».
« La sinistra non esiste » ha precisato caustico Paolo che poi ha spiegato: « la parola “sinistra” è adoperata da gente che con la sinistra non c’entra niente ».
Le proposte politiche: sovrastruttura culturale e accelerazionismo
Paolo poi ha accennato al mancato funzionamento della cosiddetta « democrazia rappresentativa ». Sicuramente un tema da approfondire. Senza però per ragioni di tempo dettagliarne i contenuti, Paolo ha concluso evidenziando la necessità di costruire una « sovrastruttura culturale ».
Sul tema della « sovrastruttura culturale, di una nuova forma di egemonia culturale » è tornato Leonardo. In proposito ha accennato ad un progetto « accelerazionista » che dovrebbe riunirsi il prossimo 13 gennaio ( non è chiaro se sulla base del “ Manifesto per una politica Accelerazionista ” elaborato nel 2013 da Alex Williams e Nick Srnicek ).
Le due anime della Sinistra: quella Comunista e quella “Alternativa”
Come ci si immaginava, il dibattito ha evidenziato una duplice diversa sensibilità:
- quella, minoritaria, che vuole un nuovo grande PCI ( ove debbano confluire le diverse identità ),
- e quella che vuole un nuovo soggetto ( socialdemocratico? ) che archivi i vecchi simboli e ideali filosofici e che sia invece più vicino ai problemi concreti della gente.
In proposito, sempre Ennio ha evidenziato quale sia il problema: « la gente vuole risposte facili a questioni difficili ».
Invece, secondo Francesco, occorre discutere proprio « del modello alternativo di società » auspicato.
Eduardo, apparentemente fautore della prima ipotesi, ha proposto di spingere il PCI a convocare una « conferenza di organizzazione », luogo ideale, a suo parere, per giungere ad una sintesi tra i vari gruppi comunisti o comunque della sinistra alternativa. Un luogo che dibatta anche « di come costruire il partito nei territori, di come costruire una classe dirigente ».
« Occorre una Costituente, a cui contribuiscano le varie anime della Sinistra proponendo un programma a lungo termine e uno a breve termine » ha aggiunto ancora Eduardo, condivisibilmente, ma apparentemente in contraddizione con quanto prima affermato.
« Occorre aderire tutti al PCI e lì dentro, negli spazi delle sezioni, proporre eventuali adeguamenti alla linea politica del partito », gli ha fatto eco Alfonso.
« L’entrismo » non è stato escluso da Marco che ha denunciato la presenza di un chiaro « oligopolio politico, braccio di un oligopolio economico che possiede anche i mass media » e sostenuto che la sinistra non deve cadere nella pratica del « liderismo ».
Al contrario, Giovanna, è sicuramente più sensibile verso la seconda ipotesi « non bisogna vivere nel passato », ha sostenuto, ricevendo anche il sostegno di Leonardo.
Di una vera e propria « costituente per un partito unico comunista italiano » ha accennato Enrico che ha anche lamentato l’assenza di un dibattito sul tema di alta economia e della necessità di una banca nazionale pubblica.
Un dibattito da aggiornare: cosa unisce i “vedovi” della sinistra?
« Ci perdiamo in chiacchiere », ha commentato Nicolò ritenendo forse stucchevole il dibattito della serata.
Questa duplice sensibilità è comunque certamente una “mina” da disinnescare con un immediato chiarimento, andando a sintesi ove possibile.
La domanda che ci dovremmo porre – in una prossima occasione – è, forse: cosa vuol dire sinistra?
Secondo il Mio Punto di Vista C.S.I. (CONFEDERAZIONE DELLE SINISTRE) ASSOCIAZIONE O (perché no) FONAZIONE , CHE RIFIUTA DI ESSERE PARTITO E CHE NON CERCA POLTRONE E RIFIUTA IL LEADER , ma che come Gruppo auspica e invita i Rappresentanti delle numerose Sigle di Sinistra ( magari singolarmente) a incontri su tematiche di cui sono sostenitori per capirne meglio i “Valori”. Discutendo , incoraggiando e possibilmente correggendone al bisogno le Azioni per meglio indirizzarle . Lodando se é il caso e propagandando la Sigla di riferimento . Il disinteresse elettorale della Confederazione potrebbe spingere le varie Sigle di Sinistra a considerare C.S.I. quale riferimento mai antagonista . La volontà di non essere Partito esplicita con forza un ruolo intellettuale di guida aperto a sviluppi che le capacità del gruppo possono realizzare .