Godwin: l’autorità non può imporre suo giudizio
« Perché dovrei promettere di fare tutto ciò che un certo potere, noto come governo, immagina conveniente o adeguato che io faccia? ».
E’, questa, la domanda fondamentale del pensiero libertario.
E’ la domanda che si pone William Godwin, filosofo e libertario britannico vissuto tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 nella sua opera “Enquiry Concerning Political Justice” (1793) [1].
Si domanda, ancora, Godwin se « la sola forza bruta è forse sufficiente a conferire al suo possessore la pretesa alla mia venerazione? ».
Godwin: chi ha ragione usi le argomentazioni, non la forza
Secondo William Godwin non ci sono dubbi: « nessuno deve tentare di spingermi in una direzione o nell’altra ».
« Se chi impiega contro di me la coartazione potesse piegarmi ai suoi scopi con l’argomentazione indubbiamente lo farebbe », continua con sicurezza a riflettere il libertario britannico. Al contrario, « la coartazione non ha nulla in comune con la ragione. [Il governo ] mi punisce perché la sua argomentazione è debole »!
« La coartazione non può convincere, non può conciliare », insiste.
« Una persona – prosegue Godwin – mi può consigliare, con moderazione e senza pertinacia, ma non deve aspettarsi di potermi dettare nulla ». Ancora, « può rimproverarmi liberamente e senza riserve »; purché « non sia perentorio e imperioso nel fornire prescrizioni. Alla forza non si può ricorrere mai ». « Si ricordi però, [l’autorità], che io debbo agire in base alle mie decisioni e non in base alle sue ».
In sostanza, secondo Godwin, l’Autorità deve poter convincere « a forza di argomentazioni e rimostranze, non con la violenza » dell’obbligo.
In definitiva, suggerisce: « persuadi il mio intelletto, fanne il soggetto attivo della mia scelta ». Questo perché « ognuno deve godere di una propria sfera di discrezionalità. [Perché] tutti gli uomini sono fallibili: nessuno può esser legittimato a fare del suo giudizio il criterio per gli altri. ».
Infine, conclude William Godwin, « se qualcuno volesse imporre il proprio schema agli altri, giungeremo infine a una controversia non risolvibile con la ragione ma con la forza ».
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Fonti e Note:
[1] Da cui, “L’eutanasia dello Stato” di William Godwin, Peter Marshall, Pietro Adamo.
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