Guido dalla Casa: fermate la crescita dei consumi!
« Se si esamina il problema ecologico nella sua globalità e con gli ordini di grandezza che lo rendono evidente – scriveva Guido dalla Casa già più di ventanni fa [1] -, ci si accorge che nasce dal fatto che una cultura umana – la civiltà industriale, che è l’espressione attuale della cultura occidentale – ha iniziato … a prelevare qualcosa di fisso dall’esterno (le risorse) e a riversarvi ancora qualcosa di fisso (i rifiuti); ha cessato cioè di funzionare come il resto della Natura e come gran parte delle altre culture umane ».
In altre parole, « il problema ecologico è un problema insolubile a lungo termine a meno che non si accetti di mettere in discussione uno dei fondamenti della nostra attuale civiltà, cioè l’idea che sia indispensabile perseguire la crescita continua dei beni materiali, presi come indice del benessere, o della “felicità” umana ».
« La civiltà industriale ha dimenticato di far parte di un Organismo molto più vasto », proseguiva Guido dalla Casa.
L’ecologista poi rifletteva: « se però cambiassero le premesse culturali da cui si è sviluppato il desiderio dei consumi, non ci sarebbe più alcun bisogno della spirale produrre-vendere-consumare, e il problema ecologico cesserebbe di esistere. Ciò significa che dovrebbe modificarsi il modo di vivere, come conseguenza di una profonda modifica del modo di pensare » e magari si dovrebbe iniziare a pensare nei termini della “ecologia profonda“.
Insomma una soluzione reale e duratura al problema ecologico esiste; ma si scontra con il nostro modo di pensare o, meglio, col modo nel quale siamo indotti a pensare.
Guido dalla Casa traccia un esempio che è perfettamente calzante al modo balordo di pensare della civiltà occidentale – sarebbe meglio dire capitalista -: « il problema energetico viene normalmente impostato come la ricerca del modo meno dannoso per produrre l’energia necessaria a coprire il fabbisogno mondiale dei prossimi anni, assumendo detto fabbisogno come una variabile indipendente, una necessità da soddisfare ad ogni costo ».
In sostanza, quand’anche si efficentassero i consumi energetici – e/o aumentasse la produzione “rinnovabile” – senza però mettere un freno all’aumento dei consumi energetici, il problema ecologico resterebbe presente.
Afferma allora Guido dalla Casa: « è la crescita dei consumi la causa dei problemi: senza toccare questo tabù, si può solo guadagnare tempo ».
L’articolo conclude condannando « la creazione di bisogni artificiali, che mascheriamo sotto il nome di “civiltà” o di “tenore di vita” ».
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Fonti e Note:
Credits: Photo by Chris Linnett on Unsplash.
[1] Guido dalla Casa, “Le origini culturali del problema ecologico” ( articolo pubblicato su DirigentIndustria, rivista mensile dell’Associazione Dirigenti di Milano (ALDAI), numero di settembre 2000 ).
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