Gustave Le Bon: il governo è lo specchio del popolo
Gustave Le Bon, notissimo sociologo francese [1], non aveva dubbi: « le istituzioni e i governi rappresentano il prodotto della razza. I popoli non vengono governati secondo i capricci del momento, ma come impone il loro carattere ».
Conseguentemente, « il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi », asseriva.
Tuttavia, il sociologo ammetteva con evidente rammarico come fosse « ancor oggi molto diffusa l’idea che le istituzioni possano rimediare ai difetti della società, che il progresso dei popoli dipenda dal perfezionarsi delle costituzioni e dei governi, e che i cambiamenti sociali si attuino a colpi di decreti ».
Gustav Le Bon, invece, ribadiva: « le istituzioni sono figlie delle idee, dei sentimenti e dei costumi e le idee, i sentimenti ed i costumi non si possono rinnovare rinnovando i codici ».
Concludeva, sostenendo come fosse dunque « un compito puerile ed un inutile esercizio retorico quello di perdere il proprio tempo a fabbricare costituzioni ».
E quindi che « istituzioni che non fossero intimamente modellate su di esso [ Popolo ], rappresenterebbero solo un abito preso a prestito, un travestimento transitorio ».
Penso che esempi, anche nel mondo odierno, di retorica inutile, anche a favore della tutela dell’ambiente ad esempio, ne abbiamo quanti ne vogliamo.
Deve evolvere il Popolo, il suo carattere: è inutile vestirlo a colpi di decreti e codici con « un abito preso a prestito ».
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Fonti e Note:
Credits: Photo by Milada Vigerova on Unsplash
[1] Gustave Le Bon, “Psicologia delle folle” (1895).
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