L’altro 4 novembre: la leggenda degli italiani brava gente

« I Militari italiani, oggi come ieri, sono esemplare baluardo dei valori di civiltà a tutela della pace e della libertà. Sono esempio di umanità, in Patria e all’estero » [1]. Così il Ministro della Difesa, Guido Crosetto a Cagliari per le celebrazioni del 4 novembre, “festa delle forze armate”.

In altre parole, Crosetto continua ad alimentare la propagandistica leggenda di “italiani, brava gente” .

« Un linguaggio, quello del ministro, che è figlio della retorica fascista e pure evidenza di una avanzata smemoratezza », commenta “Sinistra Libertaria”.

« Eh sì che “italiani, brava gente” è una legenda dura a morire ma i “valori della civiltà” e proprio gli “esempi di umanità” non han sempre avvolto l’impiego della forze armate italiane » ha aggiunto in un comunicato il portavoce del movimento politico.

Per poi concludere: « fuori da ogni ipocrisia bellicista del ministro della difesa Guido Crosetto, di Sergio Mattarella e tanti altri prima di loro, un’ammissione di colpa e una testimonianza di pentimento sicuramente gioverebbero alla credibilità loro e degli italiani tutti ».

In contemporanea all’evento di Roma organizzato dal ministro della difesa, a Trapani, presso la casa del Popolo, il movimento politico Sinistra Libertaria ha proposto il cineforum “Italiani, brava gente – una legenda dura a morire”.

Sin dall’Unità d’Italia, l’esercito italiano s’è macchiato di crimini contro l’umanità mai condannati

Una serie di video hanno ricordato come, sin dall’Unità d’Italia, nel 1860, l’esercito dell’ex Regno di Sardegna, inviato nel meridione d’Italia per sedere quelle rivolte che alcuni chiamano “prima guerra civile italiana” perché alimentata da uno spirito di restaurazione borbonica e altri “lotta al brigantaggio”, si macchiò di efferati crimini.

Si è accennato agli episodi della rivolta di Montefalcione, all’eccidio di Auletta, ai fatti di Pontelandolfo e Casalduni [2].

Senza dimenticare il massacro di un centinaio di manifestanti nel 1898 a Milano ad opera del generrale Bava Beccaris, poi premiato per questo, episodio che scatenò l‘assssinio dei re d’Italia Umberto I.

Ma, soprattutto, visto che il ministro Crosetto ha parlato di forze armate italiane portatrici “della libertà all’estero”, si sono ricordati i massacri di Addis Abeba e della città-convento di Debra Libanòs del febbraio 1937, di cui si macchiarono le truppe coloniali italiani in Etiopia e in particolare il maresciallo Rodolfo Graziani e il generale Pietro Maletti [3].

La commemorazione alternativa del 4 novembre proposta da Sinistra Libertaria si è conclusa evidenziando come, nessuno dei gerarchi e dei militari fascisti autori degli atroci crimini fu processata. Non ci fu, insomma, una Norimberga italiana come ci fu invece, oltre che in Germania, anche in Giappone. Questo perché, suggeriscono degli analisi, gli Stati Uniti non volevano fornire uno strumento di propaganda al Partito Comunista Italiano.

PCI che, comunque, con Palmiro Togliatti, all’epoca ministro – è stato riportato nell’incontro di ieri -, si macchiò dell’amnistia del 1946 che “cancellò dalla storia” i crimini contro l’umanità commessi dai militari fascisti.

Restarono quindi, solo gli “italiani, brava gente”.


Fonti e Note:

[1] Ministero della Difesa, 4 novembre 2023, “4 novembre 2023: Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”.

[2] FronteAmpio, 5 novembre 2023, “Esercito Italiano, 4 novembre: 163 anni di crimini”.

[3] Wikipedia,Strage di Addis Abeba”.

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