Lavora e crepa, la religione a cui aderisce il lavoratore
« Il sacrificio della libertà del presente ( meno tempo e meno vita oggi ), in vista dell’ingresso nel paradiso dell’elevazione sociale ». E’ una constatazione che ho appena letto su “Lavora e crepa” [1]. Si tratta di una condotta, che, secondo l’autore, Gianni Iozzoli, « assume caratteri religiosi, quasi ascetici ».
In sostanza, « milioni di uomini e donne misurano il senso del loro stare nel mondo sul metro della loro attività lavorativa – quasi sempre monotona, defatigante o antisociale –. Perseguono, cioè, ideali di massima performativa, della speranza di “farcela”, di arrivare “più in alto”, di passare da salariati ad autonomi, da artigiani a imprenditori e via scalando ».
Questo rappresenta il massimo obiettivo raggiungibile dal capitalista: ottenere il coinvolgimento emotivo del lavoratore salariato, un sorta di immedesimazione nel ruolo e nei benefici dell’altro.
Condizione, quest’ultima, che si materializza tramite « la ricerca spasmodica di straordinari, il carico spropositato degli orari, delle responsabilità, e un’ideale demenziale di “continua implementazione di competenze” ».
Le forme di repressione del capitalista sul lavoratore
Oltre ad identificare questa auto-repressione della propria identità di lavoratore salariato, nella riflessione Gianni Iozzoli cita, inoltre, altre due forme di repressione vera e propria del lavoratore:
- « le azioni repressive che l’autorità giudiziaria o poliziesca, in appoggio alle proprietà, può mettere in atto per contrastare gli scioperi e la coalizione operaia. Questo è l’aspetto “evidente” e acclarato delle forme repressive »;
- ma « c’è un’altra dinamica di violenza e repressione, quella che va letta “a monte” del rapporto capitalistico », fatta di « cancellazione dei margini di autonomia e di professionalizzazione » tramite « la parcellizzazione delle mansioni » nonché di « organizzazione delle gerarchie di fabbrica ( una pletora di figure e figurine variamente denominate – capi, capetti, capisquadra, responsabili, coordinatori, preposti – destinate al controllo/coordinamento delle attività ) ».
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Fonti e Note:
[1] “Lavora e crepa” è un Quaderno, il n. 01/2023, curato da Osservatorio Repressione. All’interno, tra gli altri, la riflessione “Il Lavoro represso” di Gianni Iozzoli, già redattore di Camilla on Line e Manifesto.
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