Le tecniche di manipolazione di massa del consenso

informazione_stampa_internet

Quando le persone non possono fare scelte informate, ciò può avere gravi conseguenze sui processi democratici. I media di massa hanno un immenso potere nella diffusione delle informazioni e nella creazione dell’opinione pubblica.

A dirla tutta, i media di massa sono anzi un elemento chiave nella manipolazione di massa. I media possono, infatti, influenzare l’opinione pubblica selezionando e presentando notizie e immagini secondo determinati pregiudizi, creando un’agenda mediatica che definisce le priorità dei dibattiti pubblici. Per tale motivo, rappresentano un problema la concentrazione dei media e la loro dipendenza dal potere politico e da quello economico, anche sotto forma di finanziamenti all’attività editoriale sotto forma di acquisto di spazi pubblicitari.

I governi e i partiti politici, in particolare, spesso utilizzano la propaganda per influenzare l’opinione pubblica e giustificare le proprie azioni politiche. I governi hanno, infatti, obiettivi politici e sociali che cercano di realizzare. Per farlo, utilizzano ogni diversa tecnica per influenzare l’opinione pubblica: la propaganda, la disinformazione, la censura e la repressione. I governi possono anche utilizzare mezzi più subdoli per manipolare le masse per indurre le persone ad agire in un certo modo o aderire ad una causa, come:

  • la ripetizione di messaggi,
  • la creazione di un clima di paura e minaccia,
  • l’uso di personaggi pubblici,
  • la diffusione di false notizie.

La manipolazione di massa mira a influenzare la percezione, le credenze e i comportamenti di un gran numero di persone contemporaneamente. L’obiettivo principale di questa pratica è suscitare un consenso implicito o esplicito nelle persone coinvolte. Il consenso è spesso ottenuto utilizzando tecniche di persuasione e influenza per fa sì che le persone accettino idee che vanno contro i propri interessi. Nel contesto della manipolazione di massa, il consenso può essere ottenuto artificialmente attraverso diversi mezzi, come la persuasione, la pressione sociale o la manipolazione.

Nel corso del tempo, le tecniche di manipolazione si sono perfezionate. Oggi sono onnipresenti nel media di massa, nelle campagne pubblicitarie, nelle elezioni politiche, nei conflitti armati e nei movimenti sociali. Anche talune “teorie del complotto” possono essere diffuse per creare falsi allarmi e quindi distrazioni dai reali problemi sociali.

Anche i bias cognitivi svolgono un ruolo importante nella manipolazione di massa. I bias di conferma, di gruppo, di ancoraggio, di effetto di alone e di credenza acritica sono esempi di bias cognitivi che possono essere sfruttati per manipolare le opinioni. La pressione sociale, ad esempio, può essere esercitata dal gruppo o dalla comunità per promuovere la conformità alle norme sociali.

E’ chiaro, nel contesto di cui parlo, come sia importante resistere alla manipolazione di massa e promuovere il pensiero critico. Per ciò, è importante diffondere una “educazione ai media e all’informazione” nonché la diversificazione delle fonti di informazione.

Il contrario di ciò che avviene coi social commerciali (Facebook, Instagram, Twitter, Youtube, etc).

Con l’avvento dei social media, infatti, sono emerse nuove forme di manipolazione di massa ciò a seguito dell’impiego da parte di tali social di algoritmi che spingono alla polarizzazione delle informazioni e alla viralità di certi contenuti oppure ancora con la pubblicità personalizzata (micro-targeting). Tali social media, di conseguenza, hanno creato le cosiddette bubble filter e le echo chamber, dove le opinioni vengono rafforzate dalla validazione sociale. Bot e i troll, poi, vengono anche utilizzati per amplificare i messaggi e creare falsi dibattiti.

Tra le tecniche di comunicazione politica, anche l’uso di sondaggi e dati può essere impiegato per manipolare l’opinione. Strategie utilizzate per influenzare i risultati delle elezioni, sono pure quelle tecniche di gerrymandering – la manipolazione dei collegi elettorali – e quelle di soppressione degli elettori (con l’invito all’astensione, ad esempio; o di rendendo difficile l’espletamento voto non ammettendo gli elettori ai seggi come nel caso di studenti o lavoratori fuori sede).

Le armi del marketing per manipolare la mente dei clienti-cittadini

Di seguito, ecco alcune delle principali teorie della manipolazione di massa:

  • la teoria dell’agenda-setting, che indica l’abilità dei mass media a trasferire un argomento da una agenda privata a quella pubblica d’interesse generale più elevato. In particolare, i media decidono gli argomenti cui prestare attenzione, cui dedicare spazio in base ad una serie di pressioni cui sono sottoposti;
  • la teoria della spirale del silenzio, la quale afferma che una persona singola è disincentivata dall’esprimere apertamente e riconoscere a sé stessa un’opinione che percepisce essere contraria alla opinione della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza. Questo fa sì che le persone che si trovino in tali situazioni siano spinte a chiudersi in un silenzio che, a sua volta, fa aumentare la percezione collettiva (non necessariamente esatta) di una diversa opinione della maggioranza, rinforzando, di conseguenza, in un processo dinamico, il silenzio di chi si crede minoranza. Uno degli effetti della spirale del silenzio è l’esercizio, da parte dei mass-media, di una pervasiva funzione conformista di omologazione e conservazione dell’esistente, ostili al rinnovamento delle sensibilità, dei gusti, delle opinioni
  • la teoria dei due passaggi (two-step flow), secondo la quale non esiste un flusso costante di informazioni che va dai media ai destinatari finali. All’opposto, esso procederebbe dai media ai cosiddetti opinion leader (gli individui più sensibili verso certe informazioni, e più influenti all’interno di un certo gruppo sociale), per poi essere da questi veicolato presso il gruppo sociale di appartenenza o di riferimento;
  • la teoria della dissonanza cognitiva, che sostiene che l’individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre rappresentazioni che sono contrapposte o divergenti dalle sue credenze, nozioni, opinioni a causa del marcato disagio psicologico che essa comporta (ad esempio riduzione dell’autostima);

Alcune delle tecniche di persuasione e influenza impiegate dai media sono:

  • i principi di persuasione del Cialdini, utilizzati per far cambiare opinione alle persone o per fare adottare un comportamento specifico [2];
  • la ripetizione: secondo la sua filosofia, quanto più lo stesso messaggio viene ripetuto, tanto più rimarrà impresso nella mente dei clienti;
  • l’effetto di esposizione semplice, teoria secondo la quale  le persone tendono a reagire con un certo timore o ansia davanti a un elemento nuovo. Tuttavia, la “fobia del nuovo” svanisce se veniamo ripetutamente esposti allo stimolo;
  • l’influenza normativa e informativa [influenza sociale, NdR], che ci spinge a rispondere pubblicamente in modo coerente con le aspettative degli altri membri del gruppo col quale stiamo interagendo;
  • le tecniche di framing, che si riferisce alla capacità di un messaggio di persuadere in base alla sua presentazione o cornice, piuttosto che al suo contenuto effettivo.

Note:

[1] La teoria vede i media come delle imprese che vendono un prodotto (lettori e pubblico, oppure notizie) ad altre imprese (gli inserzionisti pubblicitari). La teoria postula una serie di “filtri” che determinano il tipo di notizie che vengono alla fine pubblicate. Tra queste:

  • la proprietà del media, secondo la quale c’è da aspettarsi che le notizie che vanno in conflitto di interesse di coloro che posseggono il mezzo di comunicazione, vengano distorte;
  • gli introiti, secondo questo “filtro”, le notizie stesse non sono nient’altro che un “riempitivo” per far sì che lettori privilegiati [quelli più influenti economicamente che comprono il giornale, NdR] vedano le pubblicità che costituiscono il vero contenuto, e che quindi avrà la forma che più si adatta ad attrarre popolazione istruita con potere decisionale;
  • le fonti delle notizie,  “filtro” che sostiene che i mass media hanno bisogno di un flusso costante di informazioni per soddisfare la loro richiesta giornaliera di notizie, compito può essere assolto solo dai settori finanziari e del governo che possiedono adeguati “uffici stampa” e che tendono quindi a rendere più semplice il lavoro per gli organi di informazione perché danno in anticipo ai giornalisti copie di discorsi o di rapporti futuri, programmano le conferenze stampa in ore adatte alle scadenze dei notiziari, scrivono lanci stampa in un linguaggio sfruttabile.

[2] Secondo tale teoria, in particolare, sono applicati:

  • il principio del consenso sociale, che si basa sull’idea che le persone tendono ad agire in base al comportamento degli altri;
  • il principio della simpatia, che si basa sull’idea che le persone tendono ad essere più suscettibili di essere influenzate da coloro che percepiscono come piacevoli o simpatici;
  • il principio della coerenza, secondo il quale le persone sono più propense a compiere un’azione se questa è in linea con ciò che hanno già detto o fatto in precedenza;
  • Il principio dell’autorità, invece, si basa sull’idea che le persone sono portate a seguire la guida di chi è visto come un’autorità in un determinato campo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *