Reggio Emilia: i 10 agenti condannati vittime di un sistema malato

La pronuncia del Gup di Reggio Emilia sul caso del pestaggio avvenuto nel carcere della città rappresenta un segnale, seppur debole, nella lotta contro la violenza nelle carceri. Dieci agenti della polizia penitenziaria sono stati condannati a pene comprese tra i 4 mesi e i 2 anni di reclusione per aver incappucciato, denudato e percosso un detenuto tunisino il 3 aprile 2023 [3]. I fatti, documentati dalle telecamere di sorveglianza, erano stati resi pubblici solo nel febbraio dello scorso anno.
L’avvocato che rappresentava il detenuto ha espresso parziale soddisfazione, sottolineando come la derubricazione del reato di tortura in abuso di autorità lasci «sbigottiti», ma riconoscendo comunque «un passo avanti nella lotta contro la violenza nelle carceri» [1]. Il pubblico ministero Pantani, nella sua requisitoria, aveva definito l’episodio «un’azione brutale, punitiva e preordinata, di violenza assolutamente gratuita”, come riportato da Il Fatto Quotidiano [2].
Il giudice Silvia Guareschi ha inoltre stabilito un risarcimento provvisionale di 10mila euro per il detenuto. Tuttavia, la decisione di derubricare il reato ha suscitato polemiche: «La tortura è stata ridimensionata ad abuso di autorità, in pratica incappucciare e colpire un recluso è ‘una misura di rigore non consentita‘», ha commentato Domani [4].
Il video sui fatti di Reggio Emilia

La posizione di Sinistra Libertaria sulle carceri
Sinistra Libertaria ha espresso soddisfazione per il verdetto, pur riconoscendone i limiti: «Questa condanna, sebbene lieve e parziale, ribadisce un principio fondamentale: la violenza non è un ‘dovere’ delle forze dell’ordine, come troppo spesso si è creduto. Il carcere non può e non deve essere un luogo di tortura». Il collettivo ha inoltre sottolineato l’importanza di riconsiderare lo ‘Stanford Prison Experiment’, il celebre esperimento di psicologia sociale condotto da Philip Zimbardo nel 1971, che continua a essere un monito inquietante su ciò che accade quando il potere viene esercitato senza controllo.
«Questa vicenda non riguarda solo le vittime, ma anche gli stessi agenti di polizia penitenziaria, divenuti a loro volta ingranaggi di un sistema malato che li priva di ogni empatia e li riduce a meri esecutori di ordini disumanizzanti. La loro capacità di agire come esseri morali viene soffocata, rendendoli incapaci di provare compassione ed empatia nei confronti delle vittime».
Alla luce di queste considerazioni, Sinistra Libertaria rilancia la necessità, nell’immediato, di un indulto, che liberi le carceri dalla sovrappopolazione, e, quindi, di ripensare il sistema carcerario con un modello di sorveglianza più discreto, affidato a personale educativo e medico-psichiatrico, riducendo la presenza repressiva degli agenti. Il collettivo chiede inoltre investimenti in strutture più accoglienti che garantiscano intimità, privacy e dignità ai detenuti, oltre a un cambio di rotta rispetto all’attuale approccio panpenalista, che porta oltre 61.000 persone in carcere, con un costo pro capite di circa 164 euro al giorno.
«Serve un’inversione di marcia: non solo umanizzare il carcere, ma ridurne la centralità nel sistema penale. La detenzione deve essere l’ultima risorsa, non la regola», conclude Sinistra Libertaria che, comunque, come noto, si pone come obiettivo di lungo termine l’abolizione delle carceri.
Unisciti alla conversazione …
Hai idee o esperienze da condividere su questo argomento? Il tuo punto di vista è unico e importante. Condividilo nell’area commenti più giù e aiutaci a vedere le cose da una nuova angolazione.
—
Fonti e Note:
[1] L’Unità, 18 febbraio 2025, “Abusi nel carcere di Reggio Emilia, l’avvocato Cimiotta: Incappucciare un uomo con una federa non è tortura?”.
[2] Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2025, “Pestarono un detenuto nel carcere di Reggio Emilia: condannati 10 poliziotti penitenziari”.
[3] Il Post, 17 febbraio 2025, “Sono stati condannati dai 4 mesi ai 2 anni di carcere gli agenti che avevano picchiato un detenuto tunisino nel carcere di Reggio Emilia”.
[4] Domani, 17 febbraio 2025, “Pestaggio in carcere a Reggio Emilia, condannati 10 agenti. Ma non fu tortura”.
ULTIMI COMMENTI