Rosselli : l’italiano popolo servo e fascista di indole

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« Senza Uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero »; potrebbe sembrare un’affermazione ridondante, ed invece è servito il socialista Carlo Rosselli per farcelo sapere.

Era il 1928, lui viveva al confino a Lipari ( Messina ) perché antifascista e stava scrivendo il saggio “Socialismo liberale”. Nove anni dopo, fuggito dal confino, veniva ucciso in Francia da emissari del regime fascista.

Rosselli annota come « un servaggio di secoli fa sì che l’italiano medio oscilli oggi ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica ».

L’attivista socialista ha ben chiari i colpevoli di tanta indole da servi : « l’educazione cattolica – pagana nel culto e dogmatica nella sostanza – e la lunga serie dei paterni governi hanno esentato per secoli gli italiani dal PENSARE IN PERSONA PRIMA. La miseria ha fatto il resto ».

Rosselli: Non si ama e non si difende ciò per cui non si è lottato

Ed ancora : « Gli italiani sono PIGRI moralmente […], l’intervento del Deux ex machina, del duce, del domatore – che si chiami esso papa, re, Mussolini – risponde sovente ad una necessità psicologica. […] Si riallaccia alla tradizione di procedere sulla linea del minimo sforzo. Mussolini trionfò per la quasi universale diserzione ».

« La nostra storia non offre sinora NESSUNA VERA RIVOLUZIONE di popolo. In tutte le epoche della sua storia, il popolo italiano ha sprigionato dal suo seno punte di altruismo, solitarie, eroiche, ma […] la conquistata libertà non è legata in Italia non è legata a NESSUN MOTO DI MASSE ».

Per Carlo Rosselli il risultato di cotanta pigrizia è evidente : « la regola secondo cui NON SI AMA E NON SI DIFENDE se non ciò per cui si è molto lottato e sacrificato ha avuto la sua riprova più tipica nella esperienza fascista ».

Rosselli: Non v’è cosa peggiore che rassegnarsi alla servitù

« Se gli uomini non hanno radicato né il SENSO DELLA DIGNITA’ né quello della responsabilità, se non sentono la fierezza della loro autorevolezza […] non si fa il socialismo. Si fa lo STATO CASERMA, uno Stato che è libero nell’etichetta, ma schiavo nella sostanza ».

« Non v’è maggiore schiavitù di coloro che, raggiunta la consapevolezza della loro condizione servile, vi si rassegnano ».

Da qui l’amara considerazione : « il fascismo è stata l’AUTOBIOGRAFIA di una nazione che rinuncia alla lotta politica, che ha il culto dell’unanimità, che rifugge dall’eresia. Lottare contro il fascismo [ significa ] lottare contro un certo tipo di mentalità, di sensibilità, inconsapevolmente proprie di larghe correnti di popolo ».

Il nostro compito: acquisire consapevolezza e lottare

Parole pesanti, forti, che dovrebbero risvegliare la nostra dignità, che ci dovrebbero indurre a pensare con la nostra testa, a leggere in maniera critica le informazioni che ci fornisce il governo, il suo burattinaio ( i proprietari, la Confindustria ), i loro mass media.

La libertà è un bene prezioso, molto più d’IPhone-11, d’un SUV, d’una smart-tivù, d’una laurea, d’uno stipendio con quattro zeri, di un buon livello conquistato nel videogioco del momento.

La dovremmo difendere, tutti. Con proteste e lotte concrete.

Senza aspettare vigliaccamente che eroi la difendano per noi.

Senza fare diserzione.

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