
«Sinistra Libertaria boccia senza mezzi termini il decreto legge ‘Repressione’, annunciato dal governo Meloni il 4 aprile scorso e, curiosamente, ancora non pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Un ritardo che mostra chiaramente una cosa: la bozza annunciata pubblicamente non convince la maggioranza di governo e, forse, nemmeno il Presidente della Repubblica, che dovrebbe controfirmarla».
Il movimento denuncia con forza il contenuto del decreto, che considera «una minaccia diretta contro chi protesta in modo pacifico, con ‘resistenza passiva’, dentro i luoghi di detenzione e nei Centri per migranti». Secondo l’Assemblea di Sinistra Libertaria, «il governo vuole far tacere le rivendicazioni legittime di lavoratori, precari, studenti, migranti. È un regalo ai padroni e agli investitori che temono il dissenso». Il decreto, secondo Sinistra Libertaria, «vuole rendere illegittime le proteste dei lavoratori, che invece sono legittime rispetto alla condizione di precariato e sfruttamento a cui sono sottoposti».
Il documento finale afferma: «È inconcepibile criminalizzare movimenti come Ultima Generazione, i No Tav, i No Ponte. Ancora peggio colpire con la repressione i comitati locali che si oppongono alla realizzazione di un’opera pubblica” ritenuta inutile o dannosa. Inquieta anche la previsione di reati per chi compie semplici atti dimostrativi, come imbrattare edifici pubblici, se lo scopo è ‘ledere l’onore o il prestigio dell’istituzione’ a cui appartengono» (vedi ex DdL 1236, artt. 19 e 24).
E, ancora: «È irrazionale, a meno che non si viva in un regime totalitario, spendere quasi 5 milioni di euro per dotare polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria di ‘dispositivi di videosorveglianza indossabili, idonei a registrare l’attività operativa e il suo svolgimento’ (es. ex DdL 1236, art. 21) ma non di codici identificativi sulle divise per poter denunciarne gli abusi».
Il provvedimento viene definito dal movimento «una misura brutale che svuota il Parlamento della sua funzione e rende inutili i dibattiti democratici». Il ricorso continuo ai decreti d’urgenza da parte del governo, anche in presenza di una larga maggioranza parlamentare, è «un atto di sfiducia nei confronti del Parlamento stesso e un segnale di una rottura interna alla maggioranza».
«Questo non è solo un problema di oggi», ricorda il movimento. «Già durante i lavori dell’Assemblea Costituente nel 1947 si denunciava l’abuso dei decreti che imperversava sin dai primi anni della Repubblica. Ma ora, con questo governo, la situazione ha superato ogni limite».
Sinistra Libertaria accusa inoltre il potere politico di voler «zittire ogni voce critica: prima con l’esclusione delle istanze della popolazione dai canali televisivi pubblici e dalla stampa, ora anche soffocando con la repressione le manifestazioni», anche inasprendo pene previste da leggi nate nel 1948, pensate quindi per contesti storici molto diversi da quelli attuali, per l’ostacolo alla “libera circolazione su strada ordinaria o ferrovia” (ex DdL 1236, art. 14). Il decreto – afferma il comunicato – «è un colpo ai diritti civili, ai lavoratori e alla libertà di parola».
«Il testo – che ricalca il disegno di legge 1236, già bloccato in Parlamento – trasforma in reati anche le forme più pacifiche di dissenso, intasando i tribunali e riempiendo ancora di più le carceri già sovraffollate. È un attacco contro le persone più deboli, non contro il crimine vero».
Sinistra Libertaria, decreto repressione: il regime Meloni va fermato
Secondo l’Assemblea, alcuni passaggi del fantomatico decreto – sinora, si è detto, esiste solo sulle prime pagine dei giornali compiacenti al regime – quali l’articolo contro chi, già denunciato, si trova in certe aree cittadine, le mamme rom o l’accattonaggio (ex Ddl 1236, artt.13, 15 e 16), sono “pura propaganda: servono solo a dire ‘abbiamo fatto qualcosa’, mentre si colpiscono i diritti fondamentali».
«È ora di reagire, di andare oltre la semplice condanna del provvedimento» si legge nel comunicato. «Chiediamo ai sindacati di scendere in piazza per difendere il diritto di manifestazione dei lavoratori davanti ai cancelli di fabbriche e magazzini. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani, come Amnesty e Human Rights Watch, devono denunciare apertamente l’attacco al diritto di manifestazione».
Ma il movimento chiama in causa anche ogni singolo cittadino: «Ogni attivista, ogni persona che crede nella democrazia, deve mobilitarsi. Servono proteste, petizioni, presìdi, azioni sui social. Non possiamo restare fermi mentre ci tolgono voce, diritti e dignità».
Unisciti alla conversazione …
Hai idee o esperienze da condividere su questo argomento? Il tuo punto di vista è unico e importante. Condividilo nell’area commenti più giù e aiutaci a vedere le cose da una nuova angolazione.
Siamo in un periodo storico di grande decadenza e confusione. Mi sembra tutto sbagliato.
ulteriore deriva dell’incapacità governativa.Tra autocrazia e stile “all’italiana”.Decreto approvato,ma non pubblicato.Prima incongruenza.Poi . Leggiamo la bozza.Discorso generale farraginoso,vago, generale, incapibile per la definizione di reato.Ma che in realtà poi chiunque riesce a comprendere.No TAV, Ultima Generazione (non nominato,ma accennato implicito con “quelli che bloccano le strade”)e alla fine:chi ostacola soprattutto le Grandi Opere,e tutto quello relativo ai progetti dei trust industriali e aziendali italiani.Vecchia storia che ci fa tornare indietro non solo agli anni 50 tambroniani,ma agli anni 1970 del ventesimo secolo.Poteri forti economici che controllano il paese,oggi come ieri.
Quando alcuni intellettuali, nei talk, asseriscono che il fascismo non tornerà mai più, mi vien da ridere, per non dire piangere. Non indosseranno la camicia nera, non terranno al fianco il manganello, ma gli indirizzi revisionisti, repressivi, negazionisti, statalisti, anti democratici e razzisti, caratterizzeranno il loro modo di governare.
E non meno indicativi sono gli attacchi alla magistratura, il tentativo di legalizzare la prostituzione (che di conseguenza renderà onesti i papponi), l’indifferenza verso il genocidio dei palestinesi, l’amicizia con Trump (addirittura Salvini gli è grato per i dazi), l’abolizione del RdC, insomma, l’assoluto rigetto verso la Costituzione, i cui principi sono disattesi e spesso messi al bando. Le etichette con le quali si presentano, “Fratelli d’Italia”, sono il becero tentativo di obnubilare la continuità con il ventennio, per il quale, vanno fieri.
Con l’avvento del terzo millennio, i fascismi si son fatti largo nella società fino ad ottenere percentuali rilevanti in troppe nazioni. Abbiamo concesso fin troppo … e ne hanno approfittato!
Ecco che, l’inasprimento delle pene in un decreto che crea acredine nel tessuto sociale, che oltre a criminalizzare il cittadino che manifesta per i propri diritti, viene accolto come opportuno e puntuale dagli elettori della destra stride con ciò che troviamo nella Carta Costituzionale.
E’ giusto e necessario, chiamare a raccolta i singoli cittadini per protestare contro un provvedimento iniquo e raffazzonato, ma è anche obbligatorio che l’opposizione riconosca la miriade di errori procurati negli anni, altrimenti, non tanto facilmente ci sbarazzeremo di questi cialtroni, guerrafondai e millantatori.
E le opposizioni, non danno segno di voler riflettere, nonostante il tempo stringe e le prossime politiche si avvicinano sempre più. Il PD che vota a metà per la guerra, che si spacca a metà in piazze diametralmente opposte, che attaccò il RdC per poi manifestare per l’abolizione. I 5S tanto cari a troppa sinistra che testimoniarono a favore di Salvini per il sequestro dei migranti, per poi ritrattare, che votarono le armi all’Ucraina per poi fare cento passi indietro, che approvarono il blocco navale per poi addurre scusanti di comodo, ebbene, dobbiamo convenire che, attualmente, non esiste un’opposizione affidabile!
Cari compagni, Loro fanno bene le destre, dall’altra parte non fanno opposizione di sinistra ma, condiscendono e litigano!
Caro Natale, cosa ti aspettavi da un governo di estrema destra nazifascisti, dedicati ad un unico scopo compiacere l’elite del Deep State e le multinazionali che stanno facendo scempio delle nostre terre, nostre tradizioni e attività locali. Hanno un unico scopo servire il potere che vede i cittadini che pagano le tasse e lavorano, come mangiatori inutili lo hanno scritto anche in libro, dove viene applaudita la versione della tirannia come quella cinese.
“E, ancora: «È irrazionale, a meno che non si viva in un regime totalitario, spendere quasi 5 milioni di euro per dotare polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria di ‘dispositivi di videosorveglianza indossabili, idonei a registrare l’attività operativa e il suo svolgimento’ (es. ex DdL 1236, art. 21) ma non di codici identificativi sulle divise per per poter denunciarne gli abusi».”
Bene detto questo la parte sulla video sorveglianza indossata, e’ un’arma a doppio taglio, visto che tutto ciò che trasmette dati, ha un numero univoco identificabile, che si chiama IMEI per i telefonini, MAC address o Ip nel caso di una rete, forse non hanno pensato a questo. In America è da tempo che gli agenti hanno in dosso, che serve alle autorità proprio per verificare come sono andate le cose. Qui le cose arrivano dopo 30 anni.
L’ennesima norma liberticida promossa dalla destra, ma questa volta è diverso.
Se lasceremo entrare in vigore questo decreto legge spalancheremo le porte all’autoritarismo della destra. Ci dimostreremo assoggettabili e non si faranno problemi a schiacciarci completamente sotto il loro stivale.
Invece dobbiamo insorgere, dobbiamo manifestare e dobbiamo opporci il più possibile contro questo scempio. Dobbiamo fargli vedere che il popolo vuole essere libero.
Senza regole certe, i poliziotti spengono la cam quando vogliono o cancellano il video. Non sapendo cho è – in assenza di codice identificativo – la controparte non sa a chi chiedere prova abusi,